Archivi categoria: ARCHIVI

FONDO BERTIERI

FONDO BERTIERI

Complesso archivistico

Il vastissimo fondo archivistico di Claudio Bertieri è l’aggregazione documentale più cospicua conservata dalla Fondazione Novaro, estendendosi per oltre 50 metri lineari. L’archivio Bertieri conserva materiali afferenti a diversi ambiti di ricerca e di interesse: cinema, fumetto, comunicazione aziendale, teatro, sport, filatelia. Completano il fondo la serie della corrispondenza, la rassegna stampa, la raccolta di manoscritti e dattiloscritti dei suoi articoli e la sezione dei fascicoli relativi a tutti i congressi, premi, festival a cui ha partecipato come organizzatore, membro della giuria o semplice partecipante.

Per quanto riguarda il cinema sono presenti brochure e fotobuste (oltre 4200 unità), comunicati stampa e programmi di sala, fotografie (oltre 27.000), rassegna stampa, recensioni, e schede filmografiche. Nell’ambito fumetto e narrativa disegnata l’archivio conserva alcune tavole originali di fumetti e rassegne stampa suddivise per disegnatori, personaggi dei fumetti e per temi. Nella sezione dedicata alle collaborazioni con le grandi aziende sono conservate fotografie, oggettistica pubblicitaria e programmi delle attività cinematografiche e teatrali organizzate da Bertieri, oltre al materiale preparatorio per i volumi realizzati per FIAT ed Iveco. La sezione del teatro è ricca di programmi di sala, rassegne stampa e recensioni. Completa il fondo la raccolta che Claudio Bertieri definiva “Il filatelario”, ovvero una collezione sterminata di francobolli suddivisi per soggetti rappresentati, secondo quel gusto per l’indagine del mondo dell’immagine che ha contraddistinto tutto il suo lavoro.

Inventario corrispondenza

Biografia

Claudio Bertieri nasce a Genova il 20 settembre 1925. Compie studi classici e si appassiona alla cinematografia già durante il periodo bellico. Divenuto socio del Film Club genovese (probabilmente il primo club di cineamatori italiano del dopoguerra) partecipa attivamente ad incontri e dibattiti. Già verso la fine degli anni Quaranta hanno inizio le sue collaborazioni come critico cinematografico, ed anche teatrale, a quotidiani e riviste.
Dagli anni ‘50 Bertieri approfondisce settori meno frequentati, come quello del cinema industriale, dei rapporti cinema/sport, del cortometraggio e del documentario.

Negli anni ‘50 Claudio Bertieri è consulente per le attività culturali che l’acciaieria di Genova Cornigliano ed organizza per i propri dipendenti cinema e teatro, successivamente a Milano ricopre un incarico analogo alla Edisonvolta.

Nel 1965 a Bordighera, insieme a Umberto Eco e Romano Calisi, dà vita alla prima edizione del “Festival del fumetto”, divenuto dall’anno seguente il “Salone Internazionale dei Comics” di Lucca del quale Bertieri è stato fino alla fine degli anni ‘90 uno dei responsabili culturali. A Genova, con l’editore Ivaldi, è ideatore e direttore della rivista anticonformista “Sgt. Kirk”.

Dal 1990 è membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Mario Novaro, alla quale ha donato la propria biblioteca e l’archivio.
Il 6 dicembre 2021 muore a Genova.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario)

Per approfondire:

La Riviera Ligure. Quaderni della Fondazione Mario Novaro, n° 98/99 (mag. – dic. 2022), Claudio Bertieri, una carriera straordinaria

E inoltre:

Caratteristiche e modalità di formazione degli archivi di persona

Caratteristiche e modalità di formazione degli archivi di persona

Gli archivi di persona sono influenzati da specifiche dinamiche di accumulazione, sedimentazione, scelte conservative e trasmissione. L’archivio infatti può essere determinato, ordinato e quindi finalizzato all’autorappresentazione e alla costruzione di una memoria personale, in questi casi il soggetto produttore crea una propria autobiografia cartacea.
La complessità dell’archivio può altresì essere conseguenza di interventi contemporanei o successivi, operati da diverse persone collegate alla famiglia. Infatti spesso gli archivi di persona perdono la loro spontaneità originaria essendo spesso oggetto di intervento di riordinamento.

Ma che cosa è presente negli archivi di persona? Negli archivi privati in genere la sedimentazione dei documenti avviene secondo criteri soggettivi a causa della mancanza di regole precise. Ciò determina la presenza in archivio di documenti dal contenuto differenziato, anche se talune tipologie documentarie sono costantemente presenti:

  1. documenti legati agli studi e alla formazione;
  2. documenti inerenti l’attività professionale e i riconoscimenti ricevuti;
  3. documenti relativi alla vita privata e familiare;
  4. documentazione amministrativa (atti giuridico-economici-patrimoniali) ed eventualmente documentazione istituzionale se la persona in oggetto ha ricoperto cariche pubbliche.

Nel caso specifico nell’archivio della Fondazione Mario Novaro i fondi archivistici che sono stati donati conservano prevalentemente documentazione attinente l’attività professionale del soggetto produttore. Le tipologie documentarie maggiormente presenti nei nostri fondi sono infatti:

  • corrispondenza con altri professionisti del settore
  • testi di prosa o poesia (manoscritti, dattiloscritti o a stampa)
  • rassegna stampa di o su il soggetto produttore
  • opere grafiche

La corrispondenza è la serie documentale più rappresentata e testimonia molti aspetti dell’attività lavorativa del soggetto produttore. Dalle lettere conservate possono essere ricostruite, ad esempio, le attività preparatorie a una pubblicazione, gli incontri con artisti, scrittori e critici, gli eventi culturali di cui il soggetto produttore è stato protagonista, i progetti di lavoro, ma anche gli affetti e le amicizie scaturite da queste importanti circostanze lavorative. Le lettere sono molto utili anche per collocare l’autore nel contesto culturale della sua epoca, attraverso le sue reti di relazioni.

Per quanto la serie dei testi, essi sono documenti scritti (a mano, dattiloscritto o a stampa) che il soggetto produttore ha steso durante i suoi anni di attività professionale. Lo studio dei testi permette di seguire lo svolgersi del pensiero creativo, andando a comparare, ad esempio, diverse versioni di uno stesso elaborato. In Fondazione Novaro i testi vanno a costituire un’unica serie documentale a prescindere se sono testi di prosa o poesia e se sono manoscritti, dattiloscritti o a stampa e vengono riordinati cronologicamente.

La rassegna stampa può venir organizzata dal soggetto produttore da cui può emergere un progetto conservativo consapevole e la sua volontà di consegnare ai posteri una precisa e determinata immagine di sé. In alcuni casi, infatti, si trovano quaderni o raccoglitori in cui la persona ha raccolto personalmente articoli su di sé, sulla sua vita e sulla sua attività lavorativa. Questo tipo di raccolte testimoniano l’attenzione e la cura del produttore, che, tramite interventi di sistemazione regolari sulle carte accumulate negli anni, ha coscientemente riorganizzato ed elaborato la propria memoria. In questi casi non si tratta di un processo di sedimentazione casuale, ma il frutto di scelte. Consolidare la memoria significa anche selezionarla, e nel corso di tali risistemazioni il soggetto produttore ha sicuramente individuato che cosa tenere e che cosa scartare.
Nella serie documentale della rassegna stampa si trovano solitamente articoli di giornale scritti da terzi a proposito di pubblicazioni, interventi o la vita lavorativa del soggetto produttore e articoli scritti dal soggetto produttore stesso.

FONDO GUIDONI

FONDO GUIDONI

Complesso archivistico

Il fondo Guidoni Plinio si articola in 8 serie documentali:

  • corrispondenza
  • documenti di studio e di lavoro [Genovese]
  • documenti personali
  • fotografie
  • musicologia [Radio]
  • rassegna stampa
  • testi (Stéphane Mallarmé, Poesia, Saggi e Teatro)
  • mediateca

Inventario

Biografia

Plinio Guidoni nasce a Camogli il 19 aprile 1922. Dopo gli studi di ragioneria, e un tentativo universitario a Economia, viene arruolato. Dopo il servizio militare e la prigionia in Germania, torna in Italia e entra in una grande banca, nella quale diverrà funzionario. Il 2 giugno 1952 sposa Anita Gavino: dal matrimonio nascono le figlie Marina, Gianna, Alessandra. La professione comporta vari trasferimenti tra il 1969 e il 1981: Genova, Firenze, Serravalle Scrivia, Asti, Roma.

È stato uno dei maggiori autori del secondo Novecento che hanno scelto il genovese per realizzare le loro opere e all’inizio degli anni ’60 si avvicina alla poesia; esordisce infatti nel 1969 con la silloge “A çittae deserta”.

Guidoni è stato attivo anche nell’ambito teatrale dove ha saputo realizzare testi che hanno affrontato con grande originalità e forza creativa problemi e situazioni universali.

Muore a Vernazza il 19 luglio 1994.

Per approfondire:

La Riviera Ligure. Quaderni della Fondazione Mario Novaro, n° 93/94 (set. 2020 – apr. 2021), Plinio Guidoni.


FONDO CARTASEGNA

FONDO CARTASEGNA

Complesso archivistico

Il fondo Mario Cartasegna si articola in 8 serie documentali:

  • corrispondenza: fascc. 62 (comprendenti docc. 139)
  • documenti di studio e di lavoro: fasc. 5 (comprendente docc. 54)
  • documenti famigliari e personali: fasc. 1 (comprendente docc. 14)
  • fotografie: fascc. 2 (comprendenti docc. 45)
  • opere grafiche: fasc. 1 (comprendente doc. 1)
  • rassegna stampa: fascc. 2 (comprendenti docc. 55)
  • testi: fasc. 1 (comprendente docc. 15)
  • varie: fasc. 1 (comprendente docc. 3)

Inventario

Biografia

Mario Cartasegna nasce a Novi Ligure il 27 marzo 1921, nel 1927 si trasferisce a Genova. Dopo l’esame di maturità, sostenuto a luglio 1941, a ottobre si iscrive alla Facoltà di Lettere. Conseguirà la laurea nel 1950.
Dal dicembre 1941 al settembre 1943 Cartasegna presta servizio militare.

Nel dopoguerra Cartasegna si dedica al giornalismo, sappiamo che dal 1947 al 1952 collabora alla terza pagina del quotidiano “Il Lavoro nuovo” con articoli di critica letteraria, artistica e cinematografica.

A giugno 1954 Cartasegna è tra i fondatori e redattore insieme a Giovanni Sechi della rivista trimestrale di letteratura “Nuova Corrente”, diretta da Mario Boselli e il cui direttore responsabile è il suocero Giuseppe Enrico Braggio. Cartasegna farà parte della redazione di “Nuova Corrente” fino al febbraio 1957 quando si dimette a causa di diversità di opinioni.

Nel settembre 1955 trova lavoro presso l’Associazione Industriali di Genova che gli garantirà un impiego sicuro, ma che fa svanire il sogno di potersi dedicare completamente alla scrittura. Continuerà a scrivere nei ritagli di tempo e il 1 luglio 1957 porta a termine la stesura del suo primo romanzo “Un fiume per confine”.

Il 29 agosto 1960 viene conferito a Cartasegna il V Premio Deledda con il primo romanzo “Un fiume per confine”. Il volume uscirà a fine agosto 1961.
A fine dicembre 1972 Cartasegna finisce il suo secondo romanzo “La 5ª essenza”, ne propone la pubblicazione a Mondadori, ma il parere è nettamente negativo. Il riconoscimento giunge a novembre 1974 con l’11° Premio Letterario Rapallo Prove 1974, e con la pubblicazione di “La 5ª essenza” sul numero unico della rivista “Prove di letteratura e arte”, diretta da Nino Palumbo.
Gli anni successivi sono segnati da preoccupazioni che ostacolarono la capacità di dedicarsi alla scrittura.

Cartasegna trascorre gli ultimi anni, fino alla morte, avvenuta il 27 aprile 2001, insieme alla moglie Lucetta, nell’intimità della casa di Pieve Ligure.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario)

Per approfondire:

La Riviera Ligure. Quaderni della Fondazione Mario Novaro, n° 97 (gen. – apr. 2022), Mario Cartasegna.

FONDO FERRANDO-MAZZERANGHI

FONDO FERRANDO-MAZZERANGHI

Complesso archivistico

Il fondo Ferrando Cornelio – Mazzeranghi Eros (Ivana) si articola in 7 serie documentali:

  • corrispondenza: fascc. 133 (comprendenti docc. 580)
  • testi: fasc. 1 (comprendente docc. 54)
  • documenti di studio e di lavoro: fasc. 5 (comprendente docc. 17)
  • fotografie: fasc. 1 (comprendente docc. 24)
  • opere grafiche: fasc. 1 (comprendente docc. 3)
  • varie: fasc. 1 (comprendente doc. 1)
  • rassegna stampa: fasc. 7, quaderni 11

Inventario

Biografia di Cornelio Ferrando



Cornelio Ferrando nasce a Genova il 23 agosto 1914 ed esordisce giovanissimo nel giornalismo lavorando per il “Secolo XIX” come giornalista sportivo.              
Come Ufficiale di complemento, Ferrando partecipa alla campagna italo-greca con il 43° Reggimento Fanteria “Forlì” rimanendo poi in Albania e Grecia con le forze di occupazione. Nel 1943 viene catturato dai tedeschi nell’isola Eubea e viene inviato nel campo di concentramento di Wietzendorf in Germania dove rimane fino alla fine della guerra. Tornato in patria nel 1945 Ferrando si dedica esclusivamente al giornalismo prima per il “Corriere del Popolo” e poi torna al “Secolo XIX” prima come redattore agli Esteri, poi inviato speciale.

Nel 1961 scrive anche un libro inchiesta “Il notaio” edito da Vallecchi e nel 1967 inizia la sua passione per il dialetto che porterà alla pubblicazione di diciassette volumi scritti a quattro mani con la moglie per la collana “Lo scaffaletto genovese” della Sagep.

Tra i premi conferitegli si ricordano nel 1964 “l’Ulivo d’oro”, a fine anni ‘90 il “Grifo d’oro” e il 26 gennaio 2000 il Premio “Valentino Gavi”. Il 26 giugno 2002 gli viene conferito dall’Ordine dei giornalisti, a Genova, il premio per aver raggiunto mezzo secolo di carriera giornalistica.

Cornelio Ferrando muore a Genova il 12 aprile 2005.

Biografia di Eros (Ivana) Mazzeranghi

Eros Mazzeranghi, in arte Ivana Mazzeranghi, nasce il 26 agosto 1916 a Torino, ma per il lavoro del padre (direttore del Teatro Margherita) si trasferisce a Genova.
Eros si sposa nel 1939 con Italo Gagliardini, ma durante la guerra si trasferisce con la madre (il padre era morto nel 1942) e la figlia in Piemonte. Il marito, Italo Gagliardini, rimane a Genova per lavoro.
Finita la guerra, nel 1945, Eros torna a Genova con la famiglia e si separa dal marito Italo Gagliardini.

L’anno successivo Eros trova lavoro in RAI dove tiene la rubrica radiofonica “I consigli di Ivana” per Radio Genova, trasmissione di grande successo da cui nasce il nome d’arte Ivana. In occasione di un’intervista Ivana conosce Cornelio Ferrando, giornalista che scrivere di lei e del suo programma radiofonico sul quotidiano genovese “Corriere del Popolo”. Dopo anni di amicizia Ivana ottiene dalla Sacra Rota l’annullamento del primo matrimonio e sposa Ferrando nel 1959.
Ivana e Cornelio insieme si dedicano al recupero delle tradizioni genovesi: i proverbi, i modi di dire, i giochi , le usanze natalizie, i gridi dei venditori ambulanti pubblicando diciassette volumi della collana “Scaffaletto genovese” della casa editrice Sagep che aprì la strada a nuovi studi sulla Genova dell’800.
Ivana Mazzeranghi muore a Genova il 13 gennaio 2004.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario)

Per approfondire:

La Riviera Ligure. Quaderni della Fondazione Mario Novaro, n° 14/15 (dic. 1994), Nelio Ferrando.

FONDO PINGHELLI

FONDO PINGHELLI

Complesso archivistico

Il fondo Pinghelli Antonio si articola in diverse serie documentali, tra cui una raccolta di 417 diari in cui Pinghelli racconta giornalmente la sua vita dal 28 settembre 1932 al 17 febbraio 1999.

Inventario dei diari di Antonio Pinghelli

Biografia

Antonio Pinghelli nasce a Savona il 28 febbraio 1910, ma durante la prima guerra mondiale si trasferisce a Vado Ligure. Negli anni ’30 avvengono incontri fondamentali per la sua formazione e per lo sviluppo della sua carriera, conosce Angelo Barile, Arturo Martini, Giovanni Descalzo, Carlo Bo, Francesco Messina, Eugenio Montale, Indro Montanelli, Mario Novaro, Giorgio Pini e tanti altri. E proprio Angelo Barile, induce Adriano Grande, nel 1933, a pubblicare le prime prose liriche di Pinghelli nella rivista “Circoli” di Genova. Con cui collabora fino al 1939.

All’inizio della sua carriera Pinghelli si dedica al giornalismo sportivo e d’informazione, poi scrive articoli d’arte e di costume. Pubblica inoltre poesie e prose liriche su varie riviste letterarie.

Negli anni del fascismo diventa commissario prefettizio del Comune di Vado Ligure e alla fine della seconda guerra mondiale si trasferisce a Milano dove continua a comporre poesie e ad occuparsi di giornalismo. Muore a Milano il 17 febbraio 1999.

Per approfondire:

La Riviera Ligure. Quaderni della Fondazione Mario Novaro, n° 5 (giu. – set. 1991), Antonio Pinghelli.

FONDO GAMBETTA

FONDO GAMBETTA

Complesso archivistico

Il fondo Gambetta Mimma si articola in 5 serie documentali:

  • corrispondenza: fascc. 13 (comprendenti docc. 123)
  • opere grafiche: fascc. 2 (comprendenti docc. 125)
  • testi: fasc. 1 (comprendente docc. 3)
  • rassegna stampa: fasc. 1 (comprendente doc. 1)
  • fotografie: fasc. 1 (comprendente doc. 11)

Inventario

Biografia

Mimma Gambetta nel 1965, fotografia tratta dal volume “Mimma Gambetta: i segni della vita, la vita dei segni”, Genova : Sagep, 2012. Archivio fotografico famiglia Torcello

Mimma Gambetta nasce ad Albisola il 21 settembre 1919 e fin dall’infanzia disegna sebbene il padre Mario, un affermato pittore, ceramista ed incisore non apprezzerà né appoggerà mai la sua creatività. Il lavoro del padre permette a Mimma Gambetta di conoscere e frequentare numerosi illustri artisti.
A undici anni, nel 1932, Mimma Gambetta con pochi scarti di tempera dipinge la sua camera. In una sola notte rappresenta ventitré figure nude a grandezza naturale e altre più piccole, tutte afferenti al mondo pagano e dei miti.
Nel 1933, quando Mimma Gambetta ha solo 14 anni, si tiene la sua prima e unica mostra personale allestita da Carla Albini dove vengono esposti 30 disegni eseguiti da Mimma Gambetta fra i sei e i dodici anni.
Dopo la guerra riprende l’attività artistica e ne nasce, nel 1965, la raccolta di disegni intitolata “Figure: vagabondaggi grafici”, con la presentazione di Camillo Sbarbaro.
Nel 1973 pubblica sulla rivista “Resine” il diario di viaggio “Ottobre spagnolo” con lo pseudonimo Martino Galaverna, nel 1987 pubblica la raccolta di disegni “Terme” e nel 1993 “Visti dall’angolo”, raccolta di ritratti e ricordi a proposito di Sbarbaro, Martini, Barile e Rodocanachi.
Muore ad Albisola il 14 dicembre 2000.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario)

FONDO CORMAGI

FONDO CORMAGI

Complesso archivistico

Il fondo Cormagi Carlo si articola in 3 serie documentali:

  • corrispondenza: fascc. 19 (comprendenti docc. 36)
  • testi: 4 unità documentarie
  • opere grafiche: 15 unità documentarie

Inventario

Biografia

Carlo Cormagi nasce a Genova Voltri il 24 settembre 1914. Nella seconda metà degli anni ’30 Cormagi studia Filosofia all’università di Genova dove conosce il suo primo maestro: Vincenzo La Via. Successivamente il suo punto di riferimento sarà Adelchi Baratono, con cui si laurea discutendo la tesi “ll cinema come arte”.
Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio dei ’40, Cormagi inizia a scrivere di letteratura e di estetica, sulle pagine de “Il Barco”, una rivista universitaria di Genova che dava spazio a idee di un gruppo di giovani intellettuali.
Dal 1947 Cormagi comincia ad occuparsi creativamente di pittura e scultura, mentre è anche attiva la sua vena letteraria, che lo porta a scrivere, fra l’altro, il romanzo per ragazzi “II signor Pazienza” che avrà il plauso di Dino Buzzati. Collabora, negli anni Cinquanta, a varie riviste e giornali letterari, fra cui “Sipario”, “Nuova Corrente” (la rivista di Boselli e Sechi), “ll Lavoro” e “La Fiera Letteraria”.

Nel 1953 fonda, presso l’Istituto Arecco, con padre Angelo Arpa, il Cineforum genovese di cui ne diviene il primo presidente.
Fra il 1951 e il 1998 Cormagi scrive diciassette testi per il teatro, infatti, pur avendo sperimentato con esiti interessanti vari generi di linguaggio, dalla pittura alla scultura, dalla saggistica alla poesia, la dimensione teatrale è quella nella quale Cormagi si esprime con maggiore persuasività.

Carlo Cormagi muore a Genova nel febbraio del 2006.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario)

Per approfondire:

La Riviera Ligure. Quaderni della Fondazione Mario Novaro, n° 38/39 (mag. – dic. 2002), Carlo Cormagi.

FONDO VASSALLO

FONDO VASSALLO

Complesso archivistico

Il fondo Rosetta Vassallo si articola in 1 serie documentale:

  • corrispondenza: fasc. 1 (comprendente docc. 11)

Inventario

Biografia

Rosetta Vassallo nel 1934, archivio privato

Rosetta Vassallo nasce il 19 ottobre 1898 a Genova, successivamente si trasferisce con la famiglia a Savona dove trascorre la giovinezza e compie i propri studi.
Nell’anno accademico 1920/21 Rosetta Vassallo si trasferisce a Montpellier dove frequenta l’università e consegue il diploma del corso speciale per studenti stranieri diventandone successivamente docente ricoprendo la cattedra di filologia e lingua italiana sino al 1935. A Montpellier intrattiene rapporti con lo scrittore, poeta e filosofo francese Jules Valéry.
Tornata in Italia, il 25 maggio 1937 Rosetta Vassallo entra come novizia nel monastero di clausura di Santa Scolastica a Civitella San Paolo. In monastero prende il nome di suor Benedicta divenendo una collaboratrice preziosa del periodico “Monastica” e dedicandosi prima alla cura dell’orto e del giardino e poi alla portineria.
Il 7 giugno 1980 muore e viene sepolta nel monastero.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario)

FONDO GIRIBALDI

FONDO GIRIBALDI

Complesso archivistico

Il fondo Giribaldi Alessandro si articola in 5 serie documentali:

  • corrispondenza: 42 unità documentarie
  • testi: 40 unità documentarie
  • atti giuridici: 1 unità documentaria
  • documenti di studio e lavoro: 3 unità documentarie
  • fotografie: 1 unità documentaria

Inventario

Biografia

Alessandro Giribaldi, fondo Giribaldi, serie Fotografie, n.1

Alessandro Giribaldi nasce il 4 novembre 1874 a Porto Maurizio (Imperia). Negli anni universitari, a Genova, Giribaldi conosce Pierangelo Baratono con cui nel 1897 fonda e dirige la rivista “Endymion: rivista settimanale di letteratura ed arte”.
Nel 1897 Giribaldi, insieme a Mario Malfettani e Alessandro Varaldo, pubblica “Il primo libro dei trittici”, una raccolta di trentanove sonetti suddivisi in tredici trittici.
Durante una rissa, avvenuta nella notte tra il 28 e il 29 agosto del 1903 a Genova, Giribaldi uccide accidentalmente il commerciante G. Bonaveraella, viene dunque arrestato e trascorre dieci mesi nel carcere di Genova Marassi. Durante la detenzione Giribaldi scrive “I canti del prigioniero”, una raccolta di versi che uscirà postuma nel 1940 insieme ad altri componimenti redatti negli anni Novanta dell’Ottocento.
L’attività pubblica di Giribaldi scrittore si chiude pertanto nel 1904.
Morirà a Chiavari il 13 gennaio 1928.

(Per maggiori informazioni consultare l’inventario).