origini

La famiglia Novaro, l’olio Sasso e La Riviera Ligure

Capostipite della famiglia Novaro è Agostino, nato a Diano Marina nel 1837, che sin da giovane si dedica al commercio e l’esportazione dell’olio nei mercati esteri. Agostino sposa Paola Sasso (1845-1893), di Diano Castello, figlia di un frantoiano che possedeva un negozio d’olio. I due hanno sei figli: Eugenio (1863-1944), Angiolo Silvio (1866-1938), Caterina (1867-1942), Mario (1868-1944), Anna Emilia (1869-1872) e Enrico (1876-1964).

Nel 1873 la famiglia si trasferisce a Oneglia, dove intorno al 1880 Agostino fonda un’industria olearia intestandola, novità per l’epoca, alla moglie.

La qualità del prodotto, venduto anche come “olio medicinale”, consente alla piccola impresa di diventare un’azienda con un’efficace rete distributiva, che si espande in Europa, negli Stati Uniti, nell’America latina, nei Paesi Arabi e che ha rappresentato per decenni un quinto dell’intera esportazione olearia nazionale.

I figli maschi di Agostino lavorano tutti in azienda, ma è Mario, nato il 25 settembre 1868, che darà il nome alla Fondazione. Si è laureato in filosofia in Germania, alternando lo studio tra Berlino e Vienna. Richiamato dal padre per lavorare in ditta, torna ad Oneglia e continua a coltivare i propri interessi culturali.

Nel 1895, il fratello Angiolo Silvio fonda un foglio aziendale per promuovere i prodotti della Sasso e il territorio locale: “La Riviera Ligure di Ponente”.
Mario ne assume la direzione nel 1899: tariffari, annunci, inserzioni, giudizi dei clienti, giochi a premi, rubriche di cucina lasciano così il posto ad una articolazione letteraria di notevole valore.

Il foglio diviene “La Riviera Ligure”.

Per la sua veste grafica Mario si avvale di due artisti di livello come Giorgio Kienerk e Plinio Nomellini.
Oltre al logo della ditta e alcuni almanacchi promozionali, Kienerk crea i capilettera dei testi della rivista, la sua testata, il marchio aziendale.
Nomellini firma il bozzetto per il manifesto dell’Olio Sasso e la sua realizzazione definitiva, almanacchi e ricercati disegni per la rivista.
Per la pubblicità della Sasso, che già all’alba del ‘900 utilizza il nuovo linguaggio del fumetto, Mario si affida a Franz Laskoff, un artista polacco, che immagina personaggi sorridenti e raffinati manifesti.

Mecenate di poeti, scrittori ed artisti, Mario ospita sulle pagine della rivista firme illustri come Grazia Deledda, Giovanni Pascoli, Luigi Pirandello, Dino Campana, Filippo de Pisis, Umberto Saba, Camillo Sbarbaro, Giuseppe Ungaretti.

Con il 1919 la rivista chiude la propria storia.

Dal matrimonio tra Mario e Maria Tarditi nascono due figli, Guido e Cellino; entrambi partecipano alla Prima Guerra Mondiale e il più giovane, Cellino, muore sul campo di battaglia a soli 20 anni.
A causa degli avvenimenti della seconda guerra mondiale, Mario decide di ritirarsi con la moglie a Ponti di Nava, dove vi muore il 9 agosto 1944; mentre il figlio Guido, ripresa l’attività in azienda, prosegue il mecenatismo del padre privilegiando le arti visive.

Dal riconoscimento del valore del patrimonio archivistico e bibliotecario di Mario Novaro nasce la volontà di costituire un ente in grado di valorizzarlo e tutelarlo; nel 1983, grazie alla nipote Maria Novaro, nasce la Fondazione a lui dedicata.

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